Bancovino… good night and good luck

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Bancovino…  good night and good luck

“Ed è bello fidarsi perché la fiducia è la forma più alta di elevazione verso la felicità”.

Il mio racconto della serata di ieri a Bancovino è un racconto sulla fiducia e sul rispetto nei confronti degli altri, e ho deciso di parlarne perché dovremmo sensibilizzarci tutti. Alcune piccole attenzioni possono rendere un uomo felice.

Ieri sera pioveva e faceva freddo e quello che noi chiameremmo comunemente un “barbone” si è infilato nel locale chiedendo un whisky e sedendosi al tavolino più vicino alla porta, probabilmente cosciente di non essere un cliente adeguato.

In effetti l’odore insopportabile e l’aspetto trasandato e malconcio avrebbero indotto chiunque a cacciarlo. Nel via vai tra i tavoli lo osservavo attentamente e pensavo tra me e me “lui è un uomo cavolo… avrà la sua storia, la sua vita”… mi guardava e si scusava continuamente dicendo “I’m sorry”. Ma gli ripetevo di  non preoccuparsi e di bere tranquillamente il suo whisky. Gli ho chiesto se aveva fame e se voleva un panino e lo ha accettato.

Nel frattempo, rimasti solo noi e qualche cliente-amico, ci siamo presi cura di lui. Ci ha raccontato la sua storia. Si chiama Mirko, è polacco, era un pittore, aveva una fidanzata… le sue mani ormai intorpidite da anni di strada e freddo erano completamente chiuse a pugno e non riusciva a tenere il panino in mano. Paolo lo ha imboccato e a Mirko sono scese le lacrime.

Mi ripeteva “ho freddo”, probabilmente si era bagnato per strada e la pioggia gli si era asciugata addosso. Sono salita in macchina e ho chiamato mamma Galitzine, che fortunatamente non difetta di bontà e altruismo. Mi ha preparato dei maglioni e dei giacconi di papà (ormai purtroppo inutilizzati) e un pezzo di torta di mele e sono tornata a Bancovino. Abbiamo cambiato e asciugato Mirko e lo abbiamo ben coperto. Ma dove avrebbe passato la notte? Lui risponde “per strada”. Mi chiedo come sia possibile che non esistano strutture che si occupano di questi sfortunati… perché vengono abbandonati a se stessi? Rifugiandosi poi nell’alcol per disperazione, coscienti di non avere altra speranza… lui ci ha abbracciato e ci ha chiamato “fratelli”. Abbiamo tentato di sistemarlo in un posto coperto dove potesse dormire senza bagnarsi di pioggia ed è crollato dal sonno.

Ho il dono speciale di saper leggere nell’animo delle persone al primo sguardo e questo nella vita spesso mi ha avvantaggiato. Ho capito subito che Mirko era un uomo buono, educato, grato… l’ho guardato negli occhi e l’ho percepito. Mi basta uno sguardo per capire chi va accolto e chi va invece evitato…

Stamattina, quando mi sono svegliata, il mio primo pensiero non sono stati i miei problemi o le mille cose da fare ma Mirko. Mi chiedo se stia ancora lì, se qualche spocchioso abitante di Prati lo abbia cacciato in malo modo… quegli stessi condomini che chiamano la Municipale perché un tavolino si è spostato di 20 cm al di fuori dallo spazio concesso… potrebbero chiamare la Municipale perché qualcuno aiuti questi poveretti che vivono in strada, senza mangiare e senza poter soddisfare i bisogni primari.

Sono naїf? Forse… Con mio padre facevamo sempre il “gioco della felicità” (un gioco scemo che ci ispirò il film Pollyanna) che consiste nel trovare in ogni situazione triste o brutta il lato positivo delle cose. Io gioco continuamente al “gioco della felicità” perché altrimenti non potrei sopravvivere alle tante difficoltà che la vita ci mette davanti. Ecco perchè cara amica Nika mi vedi sempre sorridente… Per muoversi verso gli altri serve un cuore grande e un animo ben disposto. Queste sono le cose che ci fanno ritornare del bene, non è nient’altro.

Non sono questi i tempi per essere egoisti, miopi e opportunisti. Me lo ha scritto ieri una cara amica quando ci siamo salutate per la buona notte.

Ora vado a lavorare e stamattina spero che Mirko torni a trovarci a Bancovino.

 

Posted in: Blog, Il mondo di Aïoli

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  1. Cara Francesca, hai rappresentato una serata così particolare con una grazia e naturalezza commoventi. C’ero anche io quella sera e devo dire che, abituato al bombardamento di notizie che subiamo quotidianamente, avevo presto dimenticato l’accaduto. Grazie alle tue parole l’ho rivissuto e impresso nella memoria credo indelebilmente. Seguo da poco il tuo blog, ma devo dire che la tua scrittura fluida e coinvolgente mi ha conquistato subito! Sei bella di persona e appassionante come blogger, a presto

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