Il mio arrosto “tout court”

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Il mio arrosto “tout court”

L’arrosto è il mio piatto salvagente, quando ho poco tempo per cucinare o quando sono proprio a corto di idee.

Una volta individuata la formula vincente del vostro arrosto, vi tornerà utile e diventerà il vostro salvavita!

Io ci ho messo un po’ per capire quale taglio di carne preferivo, se preferivo cucinarlo al tegame o al forno e con quali erbette potevo condirlo.

In fatto di carne, il mio fornitore, fan accanito e anche discreto corteggiatore è il mio macellaio di fiducia Umberto, da me soprannominato Umbertone. La sua “Macelleria Toscana” mi ha dovuta conquistare a fatica (non sono facilmente convincibile quando si tratta di cibo) e ci ho messo un bel po’ prima di dividermi tra lui e il mio (pur sempre) fornitore ufficiale “Feroci alla Maddalena”, a Roma soprannominato il “Bulgari” della carne.

Ma con Umbertone è tutta un’altra storia. Lui è capace di telefonarmi la mattina alle 8 e urlarmi nelle orecchie “Franceschina bellaaaa, la voi ‘na bella vitella porchettata??”. A quell’ora, in cui non so nemmeno come mi chiamo e dove mi trovo, l’ultima cosa che proprio vorrei è la vitella porchettata di Umbertone… ma lui sarebbe capace di portarmela nel giro di 10 minuti magari anche con il caffè…

Al di là della vitella porchettata, finalmente ha capito che per l’arrosto voglio soltanto il piccione di vitello, non il volatile, come tanti pensano ma una parte del vitello morbidissima e delicata.

La mia ricetta è semplice, non sconvolgerà la vostra vita ma vi assicuro il successo.

Ricetta: preparo un brodo vegetale. Io lo faccio semplice, con carota, zucchina, patata e bieta (come quello dei bambini) e lo tengo da parte. Poi prendo il mio piccione di vitello e lo condisco con sale e pepe. In un tegame faccio rosolare sedano, carota e cipolla. Quando l’olio è ben caldo, metto il piccione e lo faccio rosolare bene su tutti i lati, aggiungo alloro, salvia, rosmarino e timo, sfumo con il vino bianco (io sfumo con il mio Terra Marique: Gran Menzione al Vinitaly, giudicato dalle guide uno dei migliori bianchi del Lazio, ma non dite all’enologo che lo utilizzo per cucinare…), abbasso la fiamma e comincio ad allungare con il brodo vegetale, facendolo cuocere piano e a lungo. Se il piccione è piccolo, io lo cucino per un’oretta e mezza, altrimenti regolatevi di conseguenza. Quando è cotto, lo faccio raffreddare, lo affetto sottilissimo e frullo il fondo di cottura per fare la salsa. Pronto!

Vedrete, vi darà soddisfazione. Ad Anto piace un sacco!

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