“La cucina di Roma e del Lazio”

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“La cucina di Roma e del Lazio”

Finalmente un libro dignitoso sulla cucina di Roma e del Lazio!

Giorni fa sono entrata in libreria, come al mio solito alla ricerca di novità e testi culinari interessanti. Su uno scaffale ho notato “La cucina di Roma e del Lazio”.

Dal formato del libro e dalla foto in copertina ho riconosciuto lo stile inconfondibile di Maria Teresa e Marie Cécile, e l’ho afferrato sicura, senza nemmeno aprirlo e sfogliarlo, per gustarmelo poi a casa, in tutta tranquillità.

L’estate scorsa avevo conosciuto Maite e Marie di persona, ad un corso di cucina siciliana da Tricolore Monti e ne avevamo parlato. Il mio entusiasmo era stato immediato, perché Maite e Marie lavorano bene, sono brave e le foto sono bellissime e invitanti.

Questo è il primo (e finora unico, secondo me) libro di cucina romana serio, moderno, affidabile e ben fatto. Siamo abituati purtroppo a libri di cucina romana quasi sempre turistici, senza foto, e abbastanza approssimativi, per cui, da romana non posso che essere entusiasta di questa loro iniziativa e della bellissima pubblicazione, che terrò cara tanto quanto la mia bibbia di Ada Boni.

Il libro si apre con una bellissima citazione di Goethe dedicata alla mia città ed un’altrettanto lusinghiera introduzione di Maite:

“La cucina di Roma e la cucina del Lazio si vivono accanto, si mischiano, si sommano, diverse ed uguali, una sola e pure anche tante. Perché è certo che tutte le strade portano a Roma, portano genti, portano merci, tradizioni e panieri. L’erbe dei vignaroli, gli abbacchi dell’agro, l’olio della Sabina, le olive di Gaeta e poi carciofi, nocchie, pecorino e ricotta a nutrire il mercato della città che vive in eterno.
Dietro Roma c’è dunque la sua terra; dentro Roma la cucina popolare che da sempre bada alla sostanza, al sapore, al prodotto. L’amatriciana rossa di sugo vuole il guanciale, la coda alla vaccinara la pazienza, il brodo di teste di pesce e quello d’arzilla l’ingegnosa caparbietà di ottenere tutto dal niente. Ed è una magia, che funziona solo qui, questo universo dove tutto sta insieme: la cultura ebraico-romanesca, il quinto quarto testaccino, la cucina dei pastori e quella degli orti.
La pancia di Roma è grande e sincera, ma più stratificata e complessa che a immaginarla da fuori. Occorre calarcisi dentro, che sia al mercato o all’osteria, in cerca di sapori, di chiacchiere, e profumi, di facce e di gesti, senza scordare mai che Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma”.

Vi assicuro che dopo aver sfogliato il libro di Maite e Marie amerete la cucina romana ancora di più.

Posted in: Il mondo di Aïoli

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