Magica Csaba – parte seconda

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L’anti-Clerici: Csaba dalla Zorza

Com’è chic abbinare un colore a ogni menu. Picnic con champagne e cannucce. Vol au vent e tavole preziose. E l’alta moda finisce in forno.

Mai uno schizzo, mai un coperchio che sbatacchia: nel magico mondo di Csaba tutto è ovattato e candido. Il soffritto si crogiola in padella, l’acqua che bolle sussurra assorta, i piatti di porcellana bianca attendono mansueti le pietanze. Barattoli sull’attenti, algide caraffe.

Dimenticate la Clerici e i suoi chiassosi fornelli, i grembiuli che sventolano, i frullini ruggenti. L’impeccabile regno di Csaba dalla Zorza sta alle altre cucine televisive come un vol au vent a una pizza. Un sashimi a un abbacchio.

La sua trasmissione (Il mondo di Csaba, Alice tv, ore 21) non si limita a sfornare ricette: ti apparecchia un microcosmo fatto di madeleine a forma di conchiglia, forchette d’argento, tovaglie di fiandra.

Lei è una specie di anti-Clerici.
«In tutti i sensi. A partire dalla taglia di reggiseno».

La donna che sussurra ai fornelli.
«La tv è spettacolo, ma io volevo fare qualcosa di diverso: non dico sussurrato ma di sicuro non gridato, con un po’ di pacatezza».

Un piatto che detesta.
«Il coniglio».

A proposito. Ma lei che taglia porta?
«Trentotto-quaranta».

Cucina e poi non mangia?
«Mangio, mangio, ma non ingrasso. Avrò preso da mia madre: anche lei fortunatissima, visto che faceva la modella».

È stata lei a chiamarla Csaba? Ho letto che era il figlio di Attila. E dire che sembra così soave, a vederla.
«Attila non c’entra. Era il nome di un ciclista ungherese che mio padre ammirava molto. Era convinto che sarei stata un maschio. Poi il nome, visto che finiva per A, è rimasto».

Le posate di plastica son cose da barbari. Ma chi lava i piatti?
«Io. A volte mi faccio aiutare da mio marito».

Niente stuoli di camerieri in livrea?
«Nemmeno uno. Faccio da sola».

Davvero per lei il frigo conta quanto l’armadio?
«Una persona si può valorizzare con un bel trucco, una bella pettinatura, un bell’abito. Lo stesso avviene a tavola. È la lezione di Jacqueline Kennedy. Lei era elegante anche con i Capri e la camicetta bianca: questione di portamento».

Adesso mi dirà che va pure da Mc Donald’s.
«Lo confesso: quest’estate ho ceduto. Eravamo in Sardegna. E mio marito mi ha pure fatto una foto».

La faccia sparire. Cosa stava mangiando?
«Big Mac con le patatine. Poche, però».

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