Primavera fra picnic, Scotch eggs e il nuovo lavoro

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Primavera fra picnic, Scotch eggs e il nuovo lavoro

No one is too young or too old to delight in such a simple pleasure as a picnic in lovely surroundings and there is no more perfect way of spending a hot day. Sea, river, hills, woods or fields all make their appeal, and it is one of the best ways to get complete relaxation”.

Hilda Leyel, Shripney Manor, Shripney, Sussex

Parole scritte nell’estate del 1935, riportate in un libretto fuori dal tempo intitolato “The perfect picnic”, che io adoro e che considero il mio testo sacro del picnic. Il termine deriva dal verbo francese “piqueniquer”, letteralmente: mangiare all’aperto e il picnic è sicuramente l’occasione per godersi en plein air pranzi fuori dalle regole dei ricevimenti, ma con una loro distinta etichetta.

Il pensiero corre subito agli svaghi settecenteschi della noblesse, aventi come scenario i giardini di Versailles, dove si svolgevano anche sontuosi pranzi. Durante il XVIII secolo e anche in seguito, dopo le partite di caccia, la nobiltà era solita avere un seguito di servitori che imbandivano tavolate all’aria aperta, per preparare al momento le prede cacciate. Nel secolo successivo, la borghesia risorgimentale a sua volta si conquista un proprio posto al sole, dunque anche il piacere di trascorrere il tempo libero in una serena scampagnata, lontano dal lavoro. Il picnic rimanda anche al celebre quadro di Manet “Déjeuner sur l’herbe” che rappresenta un picnic su un prato, il cui personaggio centrale è una donna nuda seduta tra due giovani borghesi vestiti elegantemente. Il motivo iconografico che ispira un senso di ritrovata beatitudine edenica, deve molto all’ambientazione campestre, capace di rasserenare gli animi: è in questo perfetto connubio di armonia ed erotismo che ci si immagina debba risiedere la felicità, in un soave “spizzicare” di fuggevoli piaceri dei sensi…

La mia passione per i picnic ha origini antiche, di derivazione paterna. Edonista, amante del buon vivere e della convivialità, nei picnic papà aveva concentrato il gioire del tempo libero unito al massimo godimento del cibo e del vino. Come per lui all’epoca, così ora per me la cucina è svago, divertimento e piacere. E’ l’assenza totale di formalismi, sofisticazioni palatali e manierismi da impiattamento o intrugli e contaminazioni escogitate nell’inutile tentativo di sorprendere. E’ invece la semplice gioia di godere di un piatto cucinato bene e di cibo dal gusto diretto e confortante. I picnic erano la nostra normalità durante i fine settimana, in campagna, al mare… ho ricordi bellissimi legati ai “déjeuners sur l’herbe” soli o con zie, zii e cugini in uno scenario allegro e colorato di contenitori variopinti e pietanze tra le più diverse e allettanti.

Ma ahimé, la me foodblogger ha sempre meno tempo da dedicare ai fornelli. Il mio nuovo lavoro nella produzione cinematografica ormai assorbe la maggior parte del mio tempo e quello che resta da dedicare ai fornelli si è notevolmente ridotto. Lo so… non dovrei confessarlo in un blog di cucina e invece lo dico: oggi mi appaga di più poter stare ai fornelli solo il tempo necessario per godere di piatti semplici e buoni e dedicarmi alle attività culinarie più ludiche, come i picnic, ai quali non rinuncio e che restano per me l’impiego migliore del mio tempo “cucinifero”.

Il nuovo lavoro mi piace, mi dà grandi soddisfazioni, ho il privilegio di entrare in contatto con situazioni e persone fuori dalla normalità e dal quotidiano. In questi giorni ci stiamo preparando per il Bari Film Festival, con un film in concorso e delle rassegne che ci interessano direttamente. Poi saremo impegnati al Marché di Cannes e infine abbiamo i nostri progetti e i nostri set da seguire. Per cui, il mio (ormai poco) “tempo culinario” preferisco dedicarlo alla ricerca e alla cultura gastronomica come ricercatrice e scrittrice per l’Accademia Italiana della Cucina e alla preparazione di piatti gustosi e “familiari” per i pochissimi intimi ed eletti che frequentano il mio entourage.

Ora che è arrivata finalmente la primavera, dedicherò ai picnic alcuni dei miei fine settimana che combino con le altre attività e gli interessi personali. Non vedo l’ora di allestire il prossimo, perché sarà anche un set fotografico con la collaborazione di un’amica artista e fotografa, Emanuela (emanuelabarilozzicaruso.tumblr.com). I nostri gusti si sono incontrati anni fa, poi ci siamo ritrovate recentemente e insieme abbiamo deciso di creare il set del picnic… a me piacciono le sue foto e a lei i miei piatti, quindi… les jeux sont faits! Sarà lei a fotografare il mio weekend sul prato. Ma tutto questo, dopo il Bari Film Festival. A proposito… spero di tornare con qualche ricetta pugliese non troppo conosciuta!

Nel frattempo vi scrivo la ricetta di un piatto perfetto per un déjeuner sur l’herbe. Le Scotch (o Scottish) eggs, di cui sono super golosa! Per gli inglesi sono considerate “cibo di strada” tanto quanto il fish and chips e rappresentano ormai da anni la pietanza perfetta per il picnic. Esternamente hanno lo stesso aspetto di un arancino ma all’interno si tratta di un uovo (più o meno sodo, a seconda del gusto personale) ricoperto da carne macinata (di maiale) impanate nel pan grattato e fritte o cotte al forno. Per quanto riguarda la loro storia, nonostante il nome, non sono affatto legate alla Scozia. Infatti, sembra che la ricetta sia stata pensata a Londra, nel 1738, da Fortnum & Mason.

La ricetta che vi passo viene da “Jamie Oliver’s Great Britain” e qui è stata adattata per le uova di quaglia, ma potete ugualmente utilizzare le uova di gallina (che sono più tradizionali). Sostituite le uova di quaglia con 6 uova di gallina e cuocetele per 3 minuti di più.

Ingredienti (per 12 eggs)

350 gr di carne di salsiccia,

erba cipollina (tritata finemente)

noce moscata

1 cucchiaio di senape in grani

sale e pepe

12 uova di quaglia

100 gr di farina

2 uova di gallina, sbattute

150 gr di pangrattato

olio evo (circa 1.5 litri)

Procedimento

Condite la carne di salsiccia con l’erba cipollina, la noce moscata, la senape, il sale e il pepe. Schiacciate con una forchetta.Mettete le uova di quaglia in una pentola d’acqua bollente e cuocetele per 3 minuti. Toglietele dal fuoco e mettetele in acqua fredda per raffreddare, poi rimuovete i gusci. Mettete la farina, le uova sbattute e il pangrattato in tre ciotole. Prendete un cucchiaio della salsiccia e comprimetelo nel palmo della mano. Mettete un uovo sodo al centro e raccogliete i lati della carne e ricoprite l’uovo nella salsiccia. Mettete la palla nella ciotola di farina e copritela, poi copritela con l’uovo sbattuto e infine con il pangrattato. Ripetete per tutte le uova. Mettete l’olio a scaldare in una pentola. Quando sarà caldo al punto giusto friggete le palle per 4 minuti, fino a quando saranno dorate. Toglietele dalla pentola e mettetele su una carta assorbente. Friggete le altre uova nello stesso modo.

Le Scotch eggs sono buone consumate calde. In frigo durano un paio di giorni.

Posted in: Blog, Il mondo di Aïoli

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